Il problema dei video politici non è quasi mai cosa si dice, ma come lo si prepara.
Troppo spesso si improvvisa davanti alla camera, si registrano dieci versioni diverse, si corregge in post ciò che poteva essere risolto prima.
Il risultato è tempo perso, messaggi confusi e una resa visiva disomogenea.
La buona notizia è che bastano 20 minuti di pre-produzione leggera per arrivare al momento della registrazione con il 70% del lavoro già fatto.
Non serve un set televisivo, serve metodo.
Perché la preparazione vale più dell’improvvisazione
Un video politico non è un esercizio di spontaneità: è una traduzione visiva di un messaggio strategico.
E la spontaneità vera nasce dall’ordine, non dal caos.
Un politico sicuro in video non è chi “parla bene”, ma chi ha chiaro dove vuole arrivare — e ha tolto tutto ciò che non serve.
La pre-produzione serve proprio a questo: liberare il tempo di registrazione dall’incertezza.
1. Lo script da cinque righe
Scrivi il cuore del messaggio come se avessi solo trenta secondi per dirlo.
Dividilo in cinque righe:
- Apertura diretta: di cosa parli.
- Tesi o posizione: cosa vuoi far capire.
- Esempio concreto o dato breve.
- Chiusura sintetica: cosa resta al pubblico.
- Invito o frase di passaggio.
Questo mini-script non è un copione rigido, ma una bussola. Ti permette di evitare le digressioni e tenere il ritmo.
2. La scaletta dei tagli
Ogni video, anche breve, ha una struttura interna. Definisci prima i punti dove vuoi inserire:
- una pausa visiva o un taglio di montaggio;
- un cambio d’inquadratura (campo medio / primo piano);
- un elemento di supporto grafico o testo in sovrimpressione.
Pianificare i tagli evita di dover “riparare” il ritmo in post-produzione, dove i tempi si allungano e il messaggio rischia di deformarsi.
3. La scelta dell’inquadratura
Non serve una regia complessa, ma coerenza visiva.
Un’inquadratura frontale, luce naturale e sfondo ordinato bastano.
Ma devono essere coerenti con il tono del messaggio:
- Temi istituzionali → sfondo neutro, postura ferma.
- Temi di prossimità → ambienti reali, movimento leggero, camera all’altezza dello sguardo.
- Contenuti educativi o di servizio → composizione stabile, grafica di supporto discreta.
La forma visiva deve amplificare la chiarezza, non rubare l’attenzione.
4. Proof dei sottotitoli
I sottotitoli non sono un dettaglio tecnico, sono una parte del linguaggio.
Più del 70% dei video politici viene visto senza audio.
Leggi e ascolta i sottotitoli prima di pubblicare:
- sono sincronizzati al ritmo naturale della voce?
- contengono solo parole dette, non trascrizioni letterali?
- aiutano a capire anche senza suono?
Il test migliore è guardare il video con l’audio disattivato: se funziona lo stesso, è pronto.
5. La checklist dei 20 minuti
Prima di registrare, verifica:
- messaggio in 5 righe ✔️
- punti di taglio segnati ✔️
- inquadratura e luce coerenti ✔️
- sottotitoli testati ✔️
Tutto questo richiede meno di venti minuti, ma ti farà risparmiare ore di riprese inutili e montaggi complicati.
L’effetto a valle
Una buona pre-produzione non è solo una questione di efficienza: migliora la qualità percepita del messaggio.
Video più chiari, montaggi più leggeri, tono più sicuro.
In un contesto in cui tutti parlano, la differenza la fa chi progetta prima di parlare.
Fare comunicazione politica oggi significa anche questo: non improvvisare la forma, per dare più forza al contenuto.