La comunicazione politica nell’economia dell’attenzione

In un’epoca di attenzione limitata, la comunicazione politica deve competere nei feed, non più nei palinsesti. L’informazione passa da social e piattaforme, e il tempo medio d’ingaggio è sotto i 30 secondi: per emergere servono chiarezza, struttura e formati coerenti con l’obiettivo. L’attenzione è la nuova risorsa da progettare.

C’è più informazione che tempo per ascoltarla. È il paradosso di partenza: in un ambiente saturo, l’attenzione diventa la risorsa da progettare. L’intuizione è classica — Herbert Simon descrive l’“economia dell’attenzione” già nel 1971, spiegando che la scarsità non è nei dati ma nel tempo mentale disponibile — ed è oggi il vincolo più concreto per chi comunica in politica.

Nel mercato italiano la porta d’ingresso non è più la homepage dei siti web o la televisione: è il feed. L’AGCOM, nel nuovo Osservatorio annuale sul sistema dell’informazione 2025, rileva che Internet è il principale mezzo con cui ci si informa e che, dentro l’online, il percorso passa soprattutto da social, motori di ricerca e siti/app editoriali. In altre parole: il primo contatto avviene in scorrimento, su schermi piccoli, in concorrenza diretta con intrattenimento, creator e notizie.

Il quadro europeo conferma la direzione: il Digital News Report 2025 del Reuters Institute mostra un accesso alle news sempre più mediato dalle piattaforme e un consumo mobile e video-first, con fiducia frammentata e un ruolo crescente di profili e creator come “snodi” dell’attenzione. Questo non svaluta i canali proprietari: li rende consequenziali. Prima si aggancia nel feed, poi si approfondisce sul proprio ecosistema.

C’è un numero utile per calibrare l’ambizione dei contenuti: l’Average Engaged Time misurato da Chartbeat. Nel 2025 oscilla tra 28 e 30 secondi a livello globale; in Europa meridionale la soglia scende attorno ai 24–25 secondi. È poco? È abbastanza, se la struttura lavora: tesi in testa, evidenze visibili, sviluppo per chi prosegue.

Questa è la base operativa — valida per candidature, gruppi consiliari, partiti, uffici stampa e digital team:

Misura e disciplina. Si lavora su completamento e tempo impegnato: se restano sotto i benchmark di area, il problema è nella struttura d’apertura o nel match formato-obiettivo, non solo nell’algoritmo. Le letture “a scansione” — documentate dagli studi NN/g sull’F-pattern — spiegano perché primi secondi e prime due righe sono il posto giusto in cui vincere o perdere.

Chiarezza come primo design. Il primo impatto deve consegnare che cosa, perché ora, cosa cambia. Non un teaser, ma l’idea centrale in forma verificabile (la credibilità, in un ambiente di fiducia fragile, è una metrica). Qui contano titoli assertivi e frasi attive.

Forma al servizio dell’obiettivo. Breve per affermare una tesi (video verticali, clip, card), lungo per costruire fiducia (thread, articoli, dossier). È la strategia content-first che incrocia il percorso reale dell’utente in Italia ed Europa: feed → approfondimento.